Che cosa è stato a disrergolare il bambino? Da che cosa è stato sopraffatto? Soprattutto la meltdown non è un comportamento problema.
La meltdown è un chiaro segnale che il bambino ha bisogno, per prima cosa, di diminuire gli stimoli sensoriali e riportare un po’ di quiete al suo cervello.
Facciamo ora finta di essere in classe.
Forse la maestra ha fatto tante richieste insieme, forse la classe è stata particolarmente rumorosa, forse le canzoni ascoltate durante la lezione di musica avevano dei bassi fastidiosi. Il bambino in meltdown passa il suo punto di «self-control», e se continuerai a parlare al bambino, come se quella fosse una reazione volontaria, non farai altro che peggiorare la situazione. Esistono processi di pensiero top-down e bottom-up, ecco questo fa parte del secondo perché è una risposta ad un sovraccarico sensoriale.
Proprio per sottolineare l’aspetto neurologico
piuttosto che comportamentale aggiungo ancora una delucidazione.
Il sistema nervoso autonomo è così chiamato
perché regola le attività nei nostri organi che non sono direttamente sotto la nostra volontà.
Questo sistema è diviso in due componenti con effetti opposti: il sistema simpatico che interviene nelle situazioni di «pericolo» e il sistema parasimpatico che «modula» e che riporta ad una situazione di quiete. I due sistemi devono mantenere una sorta di omeostasi ma, in queste precise situazioni, il sistema simpatico ha il sopravvento causando delle reazioni di attacco/fuga o di «freezing». L’ambiente diventa quindi potenzialmente pericoloso, lo stress aumenta e il bambino inizia a funzionare dominato completamente dal sistema simpatico. Il suo nervo vago va completamente in tilt, il bambino è in piena produzione di cortisolo e adrenalina.
La cosa migliore da fare in queste situazioni è
accompagnare il bambino in una zona sicura o, se siete in classe, invitate i bambini a fare silenzio spiegando che è importante per il loro compagno. Diminuite quindi gli stimoli e state vicino a lui lasciandogli la giusta distanza. Valutate il respiro, la pupilla, il sudore e quando vi accorgete che si sta
«abbassando» invitatelo a fare dei respiri profondi,
piano piano vedrete che diventerà più presente.
Una meltdown non si punisce e non si manda in estinzione, una meltown si deve gestire partendo dalla consapevolezza che non c’è niente di volontario da parte del nostro bambino.