Spazio, cielo, un luogo espanso che non ha significato. Una strada, lunga, che si flette sinuosa come la coda di un serpentello che striscia fuggevole verso un infinito modo e un pensiero che giunge da un posto sconosciuto.
Un bambino con uno zaino, “ciao sono Antonino” bambino apparentemente senza appartenenza, confuso e indefinito come lo spazio in cui si trova. Antonino inizia a camminare ma davvero si sente esterno al suo stesso essere, cammina come camminerebbe l’ombra di chi sembra perso in un infinito viaggiare.
Antonino è come il bianco, comprende tutti i colori dello spettro luminoso ma non ne ha ancora consapevolezza, è il principio della fase vitale e la speranza per il futuro, ma ancora non lo sa.
Antonio ha uno zainetto, ancora è vuoto,
cammina come un’anima vaga, forma senza bordo, note senza musica.
Antonio ha uno zainetto e un pentagramma, incontra una nota piccola, nera, la prende e così facendo succede qualcosa, sente il vento, gli uccelli, il sentiero non è muto, il sentiero è vivo.
Camminando colpisce una pietra, se ne accorge non per il dolore ma per il rumore e vede un’altra piccola nota, la raccoglie, la mette nello zaino.
Improvvisamente si rende conto che quello che è un insieme di ombre confuse diventano chiaramente la strada, le piante, non più solo luce indistinta.
Il bambino continua il suo cammino che muta passo dopo passo, trova una nota ed improvvisamente sente sprigionarsi dai campi un forte profumo dolce e speziato, ecco un altro puntino nero ed improvvisamente gusta un liquido dolce uscire fuori dalla bocca di leone che sta succhiando, quasi un pò annoiato.
Antonino cammina mentre il tintinnio delle note giunge dal suo zainetto, c’è un vortice lì dentro. Eccone ancora, le note continuano. Allunga la mano, ora si punge e sente quanto quella nota sia ispida! Un dolore sottile come un capello si insinua nel polpastrello, che strana sensazione! Una lacrima scende dall’occhio vivo e brillante mentre si porta il dito alla bocca e il gusto di sangue ferroso invade tutta la bocca. Si asciuga il sale che riga la guancia, si asciuga e sente un piccolo fiume che sfocia sul dorso della mano.
Il mondo incomincia ad essere davvero inebriante, il bambino corre ed incontra un cespuglio di note, ne fa incetta raccogliendone altre tre e così inizia a girare, saltare, cade e perde l’equilibrio, si lancia nell’erba percependo ogni parte del suo corpo così compresso nella folta erba alta e poi, poi sente fame e sete mentre la sua pancia inizia a fare uno strano rumore insieme al suo cuore, in estasi per le tante sensazioni.
Ogni bambino ha uno zainetto e in questo zainetto c’è un pentagramma con 8 note musicali (dal do basso al do alto), proprio come 8 sono i sensi, 8 note musicali che, con i diesis e i bemolle origineranno i diversi profili di funzionamento che potranno avere una espressione iper (come il diesis crea un’alterazione in senso crescente dell’intonazione della nota) o ipo (come il bemolle diminuisce di un semitono la nota).
Tutti i bambini hanno uno zainetto con il pentagramma e le loro note ma non tutti i bambini suoneranno la stessa melodia! Per questo ci vuole un buon direttore che sappia leggere la musica e creare un’armoniosa danza tra i sistemi sensoriali: vista, udito, tatto, gusto, odorato, propriocettivo, vestibolare ed interocettivo.
Dott.ssa Serena Suman, Psicologa evolutiva, Psicomotricista Funzionale, DIR®floortime Expert Training Leader.